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Stiamo vivendo un momento molto particolare e complicato. L’emergenza ci costringe a stare a casa e a sconvolgere le abitudini e la routine su cui avevamo costruito la nostra quotidianità.
È proprio adesso che l’attenzione per i dettagli e la cura che dedichiamo a noi stessi può rivelarsi la nostra arma vincente. In questa situazione la selezione dell’homewear da uomo con cui decidiamo di trascorrere la giornata diventa riflesso dell’attitudine che scegliamo di avere di fronte all’emergenza. Stare in pigiama o in vestaglia da mattina a sera non è certamente un delitto, ma a determinate condizioni. Vediamo quali.
È innegabile, questo periodo ci costringe a ripensare le nostre consuetudini e ci porta a interrogarci sullo stile di vita che conducevamo normalmente prima che iniziasse la quarantena.
Quei ritmi, quel succedersi regolare di orari, appuntamenti attività che riempiva le nostre giornate ci dava sicurezza perché rappresentava la certezza di un accadere stabile e concreto, fatto di azioni. Ora non è più così. Dobbiamo ripensare i nostri tempi e i nostri spazi, non solo quelli fisici ma anche, e soprattutto, quelli mentali.
E tutto questo rischia di essere destabilizzante. I punti di riferimento vengono persi perché si diluiscono nel fluire di un vivere che è obbligato a riorganizzarsi in termini di costrizione.
Non bisogna però abbandonarsi all’indolenza e allo sconforto ma cercare di vivere questa situazioni come un’opportunità, la possibilità di ricominciare da noi. Certo, perché se il mondo esterno lascia ben poche possibilità e spazio di manovra per cercare nuovi obiettivi su cui impostare una consuetudine, dobbiamo ascoltare le nostre esigenze e mettere noi stessi al centro di un nuovo discorso.
E la cura per il nostro benessere psicofisico dipende anche da ciò che indossiamo. In questa situazione la biancheria intima, l’homewear e i pigiami fanno la parte del leone. Ma comodità non deve significare sciatteria o trasandatezza.
Alcune aziende chiedono ai propri dipendenti che lavorano in smart working di sedere alla postazione di lavoro normalmente vestiti, come se dovessero uscire di casa e recarsi in azienda. E lo fanno proprio per mantenere quella routine che si rischia di perdere ed evitare lo scivolamento in una trascuratezza personale che si può tradurre in abbassamento di produttività e abbattimento del morale.
Non è necessario, però, criminalizzare il pigiama e, senza arrivare a questi estremi, basta scegliere con cura ciò che si sceglie di indossare per trascorrere la giornata in maniera più confortevole.
Se pigiami da uomo e vestaglie diventano i nostri nuovi abiti, è necessario sceglierli con la stessa accuratezza con cui acquistiamo jeans, camicie e maglioni.
È proprio nella considerazione di quest’indumento, il pigiama da uomo, alla pari di un normale vestito che si cela il segreto di una prospettiva, un modo di considerare la quarantena e l’emergenza, che ci aiuterà ad uscirne. Si, perché valorizzare ciò che si indossa per stare in casa significa considerare questo tempo e quello che si fa in esso, altrettanto importante e produttivo quanto quello che si sviluppava prima attorno ad altri impegni.
Via libera quindi a pigiami interi da uomo di cotone o punto milano, a serafini e pigiami a stampa o, considerato il clima dalle temperature non ancora definite, alle morbide e avvolgenti vestaglie di flanella come quelle proposte da Olimpia 1960.
La varietà di modelli proposti da Olimpia e la qualità dei filati che usa per produrre i capi di biancheria intima maschile trasmetteranno a chi li indossa una sensazione di attenzione e qualità capace di comunicare tutto il valore del rispetto per sé stessi.